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Libertà di stampa
Un aspetto di cui spesso ci si dimentica di parlare e che ha in qualche modo caratterizzato l’ambiente civile durante la seconda guerra mondiale è la Stampa.

La libertà di stampa è il diritto di ciascun individuo alla libera manifestazione delle proprie idee mediante la parola, lo scritto o qualsiasi altro mezzo di comunicazione e diffusione.
Essa non può per nessun motivo essere sottoposta ad autorizzazioni o limitazioni, men che meno a censure.

Durante il periodo nazista peró , come molti altri aspetti sociali, è stata assoggettata al dominio tedesco e ha portato all’occultamento delle azioni dello Stato e della verità dei fatti .
Ció è stato possibile grazie al ‘PROGRAMMA DEL PARTITO NAZISTA’ del 1920, un documento comprensivo di 25 punti, enunciati da Hitler durante la prima riunione pubblica che si tenne a Monaco di Baviera il 24 febbraio 1920 nei quali vi sono racchiuse le idee politiche e civili del partito nazionalsocialista dei lavoratori (NSDAP).

Le conseguenze di tali provvedimenti furono disastrose, in quanto mantennero volontariamente la popolazione tedesca all’oscuro dei campi di concentramento e di tutte le malefatte compiute .

La limitazione della libertà di espressione non è un fenomeno strettamente correlato all’epoca nazista, ma è molto diffuso tutt’oggi e in tutto il mondo .

Essendo uno dei diritti inalienabili di cui ogni individuo deve poter godere liberamente si sono create delle vere e proprie lotte contro ogni tipologia di censura .

Battersi per la libertà è sicuramente un compito non facile, specialmente se attraverso l’utilizzo della parola. Capita sempre più frequentemente che chiunque provi ad opporsi viene preso di mira da governi dittatoriali, dei quali si sente molto parlare e che sono oggetto di dibattito sempre maggiori sui giornali o nella rete.

Giornalisti, blogger, o semplici cittadini-reporter che documentano quotidianamente ingiustizie e atrocità vengono oscurati, repressi, messi a tacere prima con la censura, e, a volte, addirittura, con la morte se insistono nelle loro indagini.

Tutto ciò perché il potere della carta stampata e soprattutto quello della rete è diventato talmente forte che i governi e gli organi statali si sentono minacciati e rispondono con l’unica arma che possiedono: la forza.

E alla fine lo scontro è duro, libertà di espressione contro armi e prigionia.

E nonostante la legge oggi tuteli la libertà di pensiero, di espressione e di stampa, in molti Stati ciò non è ancora un diritto acquisito e palese.

Passato... e Presente.

Articolo 23 del programma del partito nazista:

“Noi chiediamo la lotta legale contro le menzogne politiche consapevoli e contro la loro diffusione a mezzo della stampa.
Per rendere possibile la creazione di una stampa tedesca, noi chiediamo:
che tutti i redattori e collaboratori di giornali pubblicati in lingua tedesca debbano essere connazionali (Volksgenossen)
; che i giornali non tedeschi debbano ottenere, per esser pubblicati, una espressa autorizzazione dello Stato; e che non possano venire stampati in lingua tedesca;
che ogni partecipazione o influenza finanziaria su giornali tedeschi da parte di non tedeschi venga vietata legalmente,
e che la violazione di questa norma venga punita con la chiusura del giornale e con l’immediata espulsione dal Reich delle persone non tedesche implicate.
I giornali che contrastano con l’interesse della comunità devono essere vietati.
Noi chiediamo la lotta legale contro una organizzazione artistica e letteraria che esercita un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale, e chiediamo la chiusura delle istituzioni che violano i principi sopra esposti”.




Storie di Ieri...

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Fritz Michael Gerlich

Fritz Michael Gerlich nacque il 15 febbraio 1883 a Stettin, in Germania. Fu uno dei più importanti giornalisti tedeschi dell’epoca,
nonchè esponente della resistenza tedesca antinazista negli anni Trenta. Era inoltre membro effettivo dell’opposizione tedesca e della
Rosa Bianca , un gruppo di opposizione alla dittatura nazista basato sui valori cristiani. Viene ricordato come uno dei pochi che ebbe il
coraggio di opporsi pubblicamente a Hitler. La sua lotta contro il nazionalsocialismo fu condotta principalmente attraverso il giornale da lui
pubblicato a partire dal 1932: "Der Gerade Weg” (La retta via), con il sottotitolo “Periodico tedesco per la verità e la giustizia”.
Gerlich fu sostenitore, attraverso i suoi studi storici, del fatto che se il nazionalismo di per sé era stato già in passato un disastro
per la Germania, combinato con l’ideologia hitleriana sarebbe stato una catastrofe non solo per il Paese ma per l’intera Europa.
Espose la sua verità contro il Reich in maniera forte e diretta, seppure ben consapevole dei rischi che stava correndo;
definì il Führer un “mentecatto”, pubblicò su di lui vignette ironiche e provocatorie e fu quasi profetico nello scrivere:
“Il nazismo è destinato a crollare molto prima del comunismo: il suo destino è scoppiare come una bolla di sapone, perché
in nessuna parte del suo programma si ispira alle grandi correnti di pensiero dell’umanità”
. A poche settimane dall’ascesa
al potere di Hitler, il 9 marzo, Gerlich fu arrestato dalle squadre d'assalto, le Sturmabteilungen di Ernst Röhm, e incarcerato a Monaco.
Il suo giornale venne bandito quattro giorni dopo. Torturato ferocemente dai suoi carnefici reagì dicendo: “Non mi uccido, sono cattolico”. Gerlich non ricevette alcuna accusa formale e non fu mai processato. Dopo 15 mesi di prigione, nella “Notte dei Lunghi Coltelli”,
il 30 giugno del 1934, venne portato a Dachau e fucilato. Fu proibito ai giornali di darne notizia e alla moglie di pubblicare un annuncio funebre.

FONTE


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Julian Paul Assange

è un giornalista, programmatore e attivista australiano, cofondatore e caporedattore dell'organizzazione divulgativa WikiLeaks.
Nel 2010 ha acquistato particolare notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi; per tali rivelazioni ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.
Nel 2010 il tribunale di Stoccolma emise un mandato d'arresto nei suoi confronti con l'accusa di stupro e molestie.
Assange negò l'accusa sostenendo che fosse solo un pretesto per estradarlo dalla Svezia agli Stati Uniti a causa del suo ruolo nella pubblicazione di documenti statunitensi segreti.
Tale pubblicazione porta ad un'importante domanda: "L’hackeraggio può definirsi una forma di giornalismo?”.
L’interrogativo merita una risposta: sì, è grande giornalismo se, come in questo caso, i documenti smascherano le bugie di coloro che sono al potere.
È grande giornalismo se i documenti hanno un interesse pubblico perché dimostrano quanto chi era al potere abbia mentito sui fatti dell'Afghanistan e de dell’Iraq.
Conseguentemente, nel giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigettò il ricorso presentato contro il via libera all'estradizione ed Assange scelse di recarsi presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra, chiedendo asilo politico in quanto perseguitato.
Successivamente l'Ecuador rese noto d'aver concesso ad Assange la cittadinanza ecuadoriana; nel frattempo erano occorsi anche tentativi di attribuirgli l'immunità diplomatica in quanto divulgatore di informazioni trasparenti di interesse pubblico, al fine di poter lasciare l'Ambasciata senza incorrere in arresti.
Nel 2019, una serie di controversie con i nuovi rappresentanti dell'autorità dell'Ecuador, sfociarono repentinamente in una inusuale revoca dell'asilo politico.
In questo modo l'Ecuador acconsentì agli agenti della polizia metropolitana di Londra di entrare in Ambasciata e prelevare Assange contro la sua volontà, senza rispettare il fatto che egli fosse in possesso della cittadinanza di quello Stato.
Da allora è incarcerato nel Regno Unito presso la Her Majesty Prison Belmarsh.
Tale detenzione,particolarmente dura e severa, ha suscitato forte protesta e appelli per il rilascio da parte dell'opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani, poichè Assange, fondamentalmente, rappresenta un simbolo della libertà di stampa e d'espressione.
Anche il relatore ONU sulla tortura si è espresso sulla questione dichiarando che Assange deve essere rilasciato e la sua estradizione deve essere negata poichè non è altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione e di stampa e la richiesta di estradizione si basa su accuse derivanti dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico.
Rendere pubbliche e conoscere informazioni del genere, ovvero di interesse pubblico, è un dovere dei giornalisti e un diritto dei cittadini in quanto tali, poichè soltanto una stampa libera e senza limitazioni può svelare efficacemente l’inganno di un governo.
É responsabilità e dovere dei giornalisti impedire a qualsiasi istituzione governativa di ingannare le persone.
Perciò tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.
Solamente il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese negò l'estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale poiché alto è il rischio di tendenze suicide.

FONTI: wikipedia - Amnesty international - Il fatto quotidiano - adnkronos





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