Ieri...
Paragrafo 175 del codice penale tedesco:
“Un atto sessuale innaturale commesso tra persone di sesso maschile
o da esseri umani con animali è punibile con la prigione.
Può essere imposta la pena accessoria della perdita dei diritti civili“
La legge varata poco dopo l'Unità tedesca che ha consentito al Reich, alle dittature naziste e comuniste, ma anche alle democrazie tedesche del '900
di perseguitare gli omosessuali per oltre un secolo. Nel 1935 i nazisti inasprirono le pene, raddoppiarono a dieci anni il carcere per chi veniva colto
in flagrante, ma com'è noto, con le camicie brune cominciò il decennio più cupo per gli omosessuali tedeschi. Picchiati e perseguitati, in molti casi castrati,
se non incarcerati e marchiati con il "triangolo rosa", ma anche deportati a migliaia nei campi di concentramento.
Durante la Repubblica di Weimar, se da un lato l’omosessualità maschile era ancora illegale in Germania, come dettato dall’articolo 175 del codice penale,
dall’altro gli attivisti tedeschi che si battevano per i diritti degli omosessuali erano diventati tra i più importanti leader mondiali di coloro che
cercavano di mutare gli atteggiamenti di condanna dell’omosessualità da parte dell’opinione pubblica. In molti, però, in Germania guardarono alla
tolleranza nei riguardi degli omosessuali, durante la Repubblica di Weimar, come a un sintomo di decadenza. I Nazisti si proposero come i paladini
della morale, coloro che volevano eliminare dalla Germania il “vizio” dell’omosessualità al fine di vincere la battaglia per la purezza della razza.
Una volta preso il potere, i Nazisti intensificarono la persecuzione degli uomini omosessuali tedeschi, persecuzione che variò dallo scioglimento di
organizzazioni omosessuali fino all’internamento nei campi di concentramento.
I Nazisti credevano che gli uomini omosessuali fossero deboli ed effemminati, incapaci di combattere per la nazione tedesca. Inoltre, ritenevano improbabile che
avessero figli e potessero quindi contribuire alla crescita della popolazione. I Nazisti pensavano che le razze inferiori avessero un tasso di crescita più alto
degli “Ariani” e di conseguenza qualunque comportamento che minasse la capacità di sviluppo della razza tedesca veniva considerato un pericolo per il paese.
Il capo delle SS Heinrich Himmler diresse personalmente la crescente persecuzione degli uomini omosessuali nel Terzo Reich. Le lesbiche, invece, non erano generalmente
considerate un pericolo, da parte dei Nazisti, e non furono quindi perseguitate. Inoltre, i Nazisti generalmente non perseguitarono gli omosessuali di altre nazionalità,
a meno che non avessero una relazione con cittadini tedeschi. Nella maggior parte dei casi, i Nazisti erano disponibili ad accettare nella loro “comunità razziale”
individui che erano stati omosessuali, a patto che diventassero “consapevoli” e abbandonassero quello stile di vita.
Oggi.
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea:
“È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare,
sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale,
le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali,
le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad unaminoranza nazionale,
il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”.
La situazione, rispetto agli anni passati, è in leggero miglioramento.
Però
restano ancora troppi gli Stati che condannano chi ama, a volte anche con la pena di morte.
Ad oggi, infatti, i Paesi e le entità politiche indipendenti (Palestina, Isole Cock...) in cui l’omosessualità viene ancora criminalizzata sono ben 72.
Ci sono stati membri dell’Unione europea in cui
più di metà della popolazione non è convinta che le persone LGBT debbano avere gli stessi diritti di tutti gli altri.
Anche l’atteggiamento verso i matrimoni tra persone dello stesso sesso non è uniforme in ogni angolo del globo.
➢ In America Latina il problema maggiore è la violenza, dato che la maggioranza dei paesi non possiede una normativa che proibisce l’omofobia, per cui i crimini rimangono per lo più impuniti.
➢ La metà dei paesi Asiatici ancora criminalizza l’omosessualità, e quelli che non lo fanno, compromettono la libertà di espressione e le manifestazioni pubbliche della collettività. Le pene ai quali gli omosessuali (soprattutto maschi) sono sottoposti cambiano da paese a paese.
➢ In cinque Stati dell’Africa e dell’Asia, Mauritania, Sudan, Iran, Yemen e Arabia Saudita, esiste ancora l’esecuzione capitale.
➢ Secondo alcune statistiche dell’Ilga, gli atti illegali di omosessualità sono puniti in 10 Stati e prevedono una reclusione che può andare da un minimo di 14 anni fino all’ergastolo.
➢ In altri 55 paesi del mondo, fra cui 27 presenti in Africa, le persone gay possono essere condannate a pene fino a un massimo di 14 anni di carcere. Ci sono poi altri 55 Paesi, di cui 27 in Africa, in cui gli omosessuali possono essere condannati a pene detentive inferiori a 14 anni.
L’omosessualità maschile è quella che nella maggior parte dei casi viene punita di più: in molti paesi, infatti, i rapporti sessuali fra donne non sono vietati.